Fu portata in Italia da Enea, quando l’eroe cantato da Virgilio nell’Eneide sbarcò sulle coste salentine di Porto Badisco… Risale ai tempi delle Crociate quando i cavalieri, che salpavano dai porti pugliesi alla volta della Terra Santa, se ne servivano per il basso costo e la lunga conservazione, commestibile non appena bagnato in acqua e ideale per le faticose traversate… Quella di farina di grano duro era un’esclusiva delle famiglie benestanti, a differenza di quella di orzo che, invece, compariva più spesso sulle tavole contadine.
Come hai potuto notare, sulla Frisella pugliese se ne raccontano tante di storie e leggende, ma quale di queste sia più vicina alla realtà ancora resta un mistero.
E sull’origine del nome? Anche in questo caso ci sono diverse teorie e una delle più accreditate conduce al termine latino “frendere”, ovvero macinare, ridurre in piccoli pezzi.
Proprio quello che avviene quando immergiamo la frisella nell’acqua.
Con o senza buco? Difficile trovare una risposta affidabile poiché la storia di questo piatto è davvero antica. Perciò pare che la sua forma sia dovuta a esigenze di trasporto, come testimonierebbe il foro centrale della tipica frisa salentina, pensata probabilmente per consentire, grazie a una cordicella, di poterne tenere diverse insieme, comodamente.
Di certo, invece, resta che oggi si tratti di un piatto in voga nelle estati pugliesi e adatto ad affrontare lunghissimi viaggi. Quindi caro turista, studente e lavoratore fuori sede dai pure il via alle scorte. E per quando saranno finite? Ecco la ricetta per colmare la nostalgia:
Ingredienti (per 10 pezzi):
- 1 kg di semola rimacinata di grano duro
- 25 gr di lievito di birra secca (250 gr di lievito madre)
- 700 ml di acqua
- 20 gr di sale
Preparazione:
Metti la farina di grano duro in una ciotola capiente e impastate con acqua (in cui è stato sciolto il sale) e il lievito madre (portato a temperatura ambiente). Finisci di impastare sulla spianatoia fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo e poi fallo lievitare in un contenitore coperto (meglio se di legno) per circa 4-5 ore o comunque fino a quando non avrà almeno raddoppiato il volume.
Per facilitare la lievitazione puoi metterlo nel forno spento con un pentolino di acqua calda.
Una volta lievitato, taglia dei pugni di impasto di circa 150-180 gr, sfinali fino a ottenere dei filoncini lunghi circa 25 cm e spessi 2-3 cm e forma delle ciambelle.
Adagia le friselle su una teglia foderata e lasciala lievitare fino al raddoppio del volume, coperte da un telo.
Quindi inforna le friselle in forno caldo a 200°C per circa 15-20 minuti. Una volta trascorso questo tempo tirale fuori e ancora calde tagliale orizzontalmente lungo l’asse mediano aiutandoti con un coltello seghettato o con uno spago ed eseguendo un taglio a strozzo, questo consentirà di ottenere una buona rugosità della superficie delle friselle.
Adagia le due metà su una teglia con la parte tagliata rivolta verso l’alto e infornale per farle biscottare, dovranno cuocere ancora per circa 30 minuti a 150°C.
Come condire le Friselle:
Dopo averle inumidite con acqua puoi condirle come preferisci: olio, sale, origano pomodorini e cipolla o con una gustosa peperonata o con semplici verdure grigliate o con paté di olive o con melanzane sott’olio. A te la scelta!