Un viaggio
chiamato Puglia

Dai libri di scuola a Montalbano di Fasano. Il Dolmen

Qualcuno ricorderà aver sentito nominare a scuola, nelle prime lezioni di storia e in una parte del programma che in genere non ha grande successo, forse per l’eccessiva lontananza da noi uomini del futuro.

Ma fermandosi un attimo a riflettere, il Dolmen rappresenta un primo passo dell’umanità nella storia, una delle prime opere di ingegno della mente umana, che agiva probabilmente per cercare di compensare i suoi limiti nel capire se stessa, la vita e una delle cose più difficili da accettare: la morte.

Tra Fasano ed Ostuni, nella frazione di Montalbano di Fasano si trova delle più significative testimonianze della civiltà megalitica: il Dolmen di Montalbano.

La zona è solcata da numerose incisioni torrentizie (dette lame) e proprio lungo uno di questi corsi d’acqua temporanei è stato ritrovato il Dolmen, coperto da un tumulo di terra e pietre. Così è riuscito a conservarsi, almeno parzialmente.

Si tratta di una struttura che ricalca in tutto e per tutto il dolmen classico (tavola di pietra), dal bretone la parola “dol” che sta per tavola e “men” per pietra.

La sua presenza è la testimonianza delle prime tracce di vita comunitaria del territorio tanto che l’agro circostante, nel dialetto locale, è chiamato Pisco Marano, cioè “pietra piatta”.

Il Dolmen di Montalbano fa parte di una numerosa serie di monumenti preistorici su tutto il territorio pugliese, che si concentrano non solo nel Salento, ma anche nel Barese a nord di Taranto.

I dolmen pugliesi presentano alcune peculiarità, oltre a una generale forma rettangolare o poligonale, sono collocati non lontano della costa e le aperture sono quasi sempre rivolte verso il mare.

Unico nella zona, il Dolmen di Montalbano risale probabilmente alla prima Età del Bronzo, intorno al 2000-1500 a.C. È un trilite che si compone di due lastroni calcarei laterali (ortostrati) che reggono la tavola di copertura (architrave).  La struttura era completata da un “dromos” ovvero il corridoio che definiva la zona d’accesso, quest’ultimo è andato perduto pressochè nel 1990.

Gli ortostrati (la lastra a nord 2,65 m x 1,56 m e la lastra a sud 2,94 m x 2,13 m) e l’architrave (2,20 m x 2,13 m) formano una cella di poco inferiore a 3 metri perimetrali.

Legato ad antichi riti magici, a osservazioni astronomiche o al culto dei morti, il Dolmen di Montalbano rappresenterebbe un ponte verso aldilà e i defunti.

Conosciuto anche come Tavola dei Paladini. Una leggenda racconta che qui si siano rifugiati i paladini o i conti della corte di Carlo Magno, Orlando e Rinaldo. Ma molte altre sono le leggende che si raccontano…

 

Per chi volesse scoprire il Dolmen da vicino.

  • è facilmente raggiungibile lungo la via Francigena
  • è liberamente visitabile, pur trovandosi in un terreno privato
  • è immerso nel verde degli ulivi secolari, ma si trova a 5 Km dal mare
  • è sito all’interno del Parco Naturale “Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo” 
  • la visita può essere effettuata in ogni stagione, grazie al clima mite e alle piante di ulivo sempreverdi, ma si consiglia di farla nel periodo di Maggio-Settembre, periodo in cui la biodiversità è alla sua massima esplosione
  • vicino al dolmen c’è una “lamia”, tipica costruzione rurale, dalla quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato
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